Le opere esposte Alla casa del Gastaldo provengono dalla nostra collezione e per lo più rappresentano gli artisti e i movimenti con cui abbiamo collaborato come editori e come creativi.
Abbiamo scelto di iniziare con Irene Domínguez – un’artista meravigliosa che resterà sempre nel nostro cuore – e con Delia Del Carril, personaggio eccezionale nel mondo dell’arte, della cultura e degli eventi storici internazionali del Novecento.
Irene Domínguez
Irene Domínguez Ríos è nata il 10 gennaio 1930 a Santiago, in Cile.
Tra il 1954 e il 1961 ha studiato alla Scuola di Belle Arti dell’Università del Cile, dove è stata discepola di Pablo Burchard, Oskar Trepte e Ramón Vergara Grez. Inoltre, ha studiato presso la Facoltà di Lettere dell’Università Cattolica del Cile e al Taller 99. Nel 1959 vince una borsa di studio del governo spagnolo per specializzarsi in tecniche ceramiche a Madrid. Partecipa al Popular Graphic Workshop ed inizia personali esperienze in teatro, per cinque anni opera all’interno del gruppo ICTUS e nell’arte della performance nel “Centro A” di Santiago. Nel 1959 vince una borsa di studio del governo spagnolo per specializzarsi in tecniche ceramiche a Madrid. Più tardi, nel 1963, iniziò il suo viaggio a Parigi, ma i tre giorni che avrebbe dovuto aspettare a Buenos Aires, diventano due mesi. Durante il suo soggiorno in Argentina, incontra Enrique Araya e ha l’opportunità di presentare le sue opere in un’esposizione di artigianato cileno presentata da Alicia Oportot. Nel 1964 arriva a Parigi, dove incontra Wilfredo Lam, famoso artista cubano, che la introduce nella rete di contatti di grandi intellettuali e artisti di spicco dell’epoca, come Roberto Matta , Apel, Corneille, Enrique Bello Jr., Lucio Fontana, il poeta Gherasim Luca ed Elisa Bretón.
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Tra il 1976 e il 1985 ha ricevuto la borsa di studio Cité des Arts a Parigi, Francia.
L’artista si è stabilita nella capitale francese, città dove è morta il 28 novembre 2018.
Proprio Gorizia ha ospitato una delle ultime esposizioni di Irene presso la Galleria Seghizzi, il 19 Agosto del 2018, in collaborazione con Luciano Martinis.
Il testo che segue è stato scritto da Luciano in occasione della mostra tenuta nel 2016 ad Albissola presso il Circolo degli Artisti. La mostra si chiamava “50 años despues” e si teneva esattamente cinquant’anni dopo il suo arrivo nella comunità artistica di Albissola a cui era poi rimasta sempre legata.
Albissola o Albisola?
Albisola è la stessa…
Albisola non è la stessa.
i carugi, le case, il mare rimangono, il nome stesso, rimane a testimoniare un’epoca in cui gli abitanti partecipavano alla vita di altri, fatta di Arte, di infinite discussioni, di Vino. I forni di ceramica erano un pretesto per incontri; nessuno di loro era ceramista, la creta era solo un ritorno alla terra, ad antiche manualità, al parlar semplice con chi sapeva del lavoro delle mani: il Vasaio, il Tornitore, il Modellatore, il Formatore, il Decoratore, poi… il Fuoco.
Tutto questo rimane ma…où sont les Artistes d’antan?
Scorrono i nomi: in primis Wilfredo Lam, il colpevole di avere iniziato Irene a quel mondo magico, poi Tullio Mazzotti, Ansgar Elde, Carlos Carlé, Agenore Fabbri, Mauro Reggiani, Enrico Baj, Emilio Scanavino, Aligi Sassu, Karl Appel, Guillaume Corneille, Asger Jorn, Lucio Fontana, Sebastian Matta, Laura Vega, José Ortega, Alfredo Meconi, etc. etc.
Dispersi dalla fama o dall’oblìo, passati alla dimensione del ricordo, nomi su cataloghi trovati per caso o rinnovellati nelle grandi mostre, tutti oramai fanno parte di un’epoca mitica, di un periodo irripetibile.
A volte, il ritorno. Come quello di Leo Lionni che “scoprì” fortuitamente un suo quadro futurista degli anni ’30… fatto lì… dimenticato.
Il ritorno per Irene è un tornare a casa, un punto geografico fissato nel suo cuore, nei luoghi dove ha vissuto rare emozioni, illusioni, amori, amicizie, distacchi, dimenticanze e poi… canto, danze e poi… arte, Arte, ARTE.
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Così anche questa volta la rivedremo scorrere per quelle vie conosciute, fermarsi a parlare con gli abitanti, partecipare ai dolori e alle emozioni di tutti; parole di conforto come quelle di uno del paese che, a volte, ritorna. Come ha fatto lei, giunta da un’altro emisfero, da un’altra lingua, a far breccia nel cuore di un popolo antico, adusto al distacco, alla lontananza, alla sofferenza dei popoli di mare, come ha fatto a diventare una di loro, farsi partecipe della loro vita, mangiare lo stesso pane, bere lo stesso vino? Come non riconoscersi nelle sue creazioni? Quanti hanno visto la loro storia, il loro narrare, prendere vita nel segno e nel colore? Quanti hanno scoperto che il loro vissuto era degno di essere passato? Per questo, nei posti più improbabili possiamo scoprire, collocato fra un calendario di Frate Indovino e foto di naviganti oramai dimenticati, un “60 figure” di Irene Dominguez. Una casa senza una “storia” di Irene appesa al muro è senza memoria. Luciano Martinis Aquileia, febbraio 2016 PS. Irene, dime… ¿Albisola se escribe con uno o con dos se?
Delia Del Carril
Delia del Carril nacque in Argentina nel 1884, visse in Francia, in Spagna, in Messico e infine in Cile, dove scomparve nel 1989 all’età di 104 anni.
Negli anni ’30 in Francia studiò pittura con Fernad Léger, in seguito in Spagna conobbe Pablo Neruda con il quale si sposò qualche anno dopo in Messico.Leggi tutto
Durante la Guerra Civile spagnola frequentò Tina Modotti che rincontrò poi in Messico (la sera della drammatica fine della fotografa friulana era presente nella casa di Hannes Mayer e fu una delle ultime persone a vederla viva. Sulla tomba di Tina Modotti si trova incisa la poesia che Pablo Neruda gli dedicò il giorno del funerale). Alla separazione con Neruda avvenuta negli anni ’50, Delia del Carril (Hormiguita per gli amici) si stabilì definitivamente in Cile ed iniziò una carriera artistica eccezionale dedicandosi specialmente all’incisione su rame (Taller 99, diretto da Nemesi Antùnez), attività che iniziò a 70 anni e alla quale lavorò assiduamente fino alla scomparsa; di fatto viene considerata un’artista cilena.
In Friuli Venezia Giulia sono state realizzate due mostre antologiche di Delia Del Carril, a cura di Luciano Martinis. La prima ad Arta Terme nel 2016 e la seconda a San Vito al Tagliamento nel 2017.
A fianco potete visualizzare il pdf del catalogo che accompagnava entrambe le mostre e rappresenta la raccolta completa delle incisioni e molte altre informazioni biografiche su questa donna straordinaria.